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LODARE PER L’INTELLIGENZA O PER L’IMPEGNO?

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Voi come lodereste il vostro ragazzo?

“Bravo, sei davvero intelligente!” Oppure: “bravo, ti sei impegnato molto”?

Diciamolo fin da subito: le due frasi, sebbene all’apparenza possano sembrare simili dal punto di vista dell’efficacia del messaggio trasmesso, hanno un effetto completamente diverso.

A insegnarcelo sono due psicologhe americane della Columbia University, Claudia M. Mueller e Carol S. Dweck, le quali condussero nel 1998 uno studio su oltre 400 ragazzi di 10-12 anni.

Per cominciare, ai ragazzi fu assegnato un test di tipo scolastico relativamente facile.

Al termine, indipendentemente dal risultato conseguito, a tutti fu detto: “Wow, te la sei cavata davvero bene con la soluzione dei problemi, hai risolto [numero] problemi in modo corretto. È un punteggio molto alto”.

  • Poi al primo gruppo di ragazzi venne detto, in aggiunta: “Sei stato molto intelligente nel risolvere i problemi”.
  • A un secondo gruppo non vennero fatti elogi per l’intelligenza bensì per l’impegno: “Ti devi essere impegnato molto per risolvere i problemi”.

A questo punto venne proposto un nuovo test, dando l’opzione di scegliere tra:

  • un esercizio più complesso (spiegando che il test sarebbe stato più difficile ma avrebbe dato la possibilità di imparare molto),
  • un test più semplice (precisando che il problema sarebbe stato semplice e dunque facilmente superabile).

Il primo dato interessante dello studio fu che nel gruppo apprezzato per l’intelligenza il 67% dei ragazzi scelse l’opzione del test più semplice.

Nel gruppo lodato per impegno il 92% degli scolari optò per il test più difficile. Successivamente gli psicologi sottoposero i ragazzi a un test molto difficile, il cui obiettivo era garantire una pessima performance.

  • Il gruppo lodato per l’impegno lavorò più a lungo, con maggiore dedizione e apprezzamento per il compito svolto;
  • nei ragazzi lodati per l’intelligenza fu registrata una tendenza alla frustrazione e un atteggiamento arrendevole.

Terminata tale prova, a tutti i ragazzi venne somministrato un terzo test.

Quest’ultimo problema, il cui livello di difficoltà era pari a quello del primo test, diede risultati sorprendenti.

  • Nel gruppo lodato per l’intelligenza fu registrata una caduta del 20% circa, nel punteggio medio del test, rispetto alla prima prova;
  • coloro che erano stati lodati per l’impegno ebbero un incremento medio nel punteggio finale del 30% circa.

 

Possiamo quindi desumere che chi riceve complimenti per l’intelligenza e le capacità tenderà a pensare: “Meglio non espormi a compiti complessi che potrebbero compromettere tale giudizio”.

Come risultato, questa categoria di persone sceglie di norma obiettivi e traguardi semplici e sicuri, sacrificando la propria crescita e talento.

Al contrario, coloro che vengono elogiati per l’impegno speso e per il duro lavoro fatto, non penseranno: “Se non raggiungo l’obiettivo non verrò riconosciuto come brillante”, bensì: “Se non mi impegno al massimo e non lavoro duro, non migliorerò”.

Dunque, non dimentichiamo mai di esprimere il giusto apprezzamento, concentrando gli elogi sul metodo e sull’impegno dimostrati, ed evitando complimenti riguardanti intelligenza e abilità.

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Gian Luca Rosso