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Come trovare gli stimoli sul lavoro attraverso le soft skills

Voglio farvi una domanda personale: quanto siete coinvolti dal vostro attuale lavoro?

Secondo il recente studio della Gallup – società americana di consulenza globale nota per i suoi sondaggi d’opinione realizzati su scala mondiale – condotto su 142 Stati del mondo e riferito agli anni 2011 e 2012, solo il 13% dei lavoratori è effettivamente coinvolto nel proprio lavoro.

Il 63% dei dipendenti non ha alcuna motivazione ed è poco propenso a investire energie per raggiungere obiettivi aziendali.

Resta poi il 24%, che rappresenta i soggetti “attivamente non impegnati”, ovvero coloro che si considerano infelici e improduttivi sul luogo di lavoro.

Secondo tale report, quest’ultima categoria di lavoratori (un dipendente su quattro!) è profondamente negativa sul luogo di lavoro e trasmette tale pessimismo ai colleghi, indebolendo e minando le loro motivazioni.

Quello a cui molte aziende sembrano non prestare attenzione è che avere un dipendente coinvolto conviene!

Perchè un dipendente coinvolto in modo attivo e appassionato nel suo lavoro si traduce in un aumento della produttività, in una maggior soddisfazione della clientela, in un ridotto turnover e assenteismo e in un numero inferiore di infortuni.

Ma non conviene solo alla nostra azienda, conviene anche a noi.

Se siamo coinvolti sul lavoro saremo anche più soddisfatti della nostra vita extralavorativa, saremo più ottimisti e avremo una probabilità quattro volte maggiore, rispetto ai nostri colleghi non attivamente impegnati, di affermare che siamo soddisfatti di quello che facciamo ogni giorno.

 

Allora andiamo a vedere quali sono, secondo l’Hay Group – una società di consulenza di direzione globale dalla consolidata esperienza nel settore delle risorse umane, la cui sede centrale è in Filadelfia (Pennsylvania) – i cinque fattori maggiormente in grado di gratificare e motivare i dipendenti:

1) la natura e qualità del lavoro,

2) l’ambiente di lavoro e il clima organizzativo,

3) le opportunità di crescita professionale,

4) il buon bilancio lavoro-famiglia,

5) la presenza di programmi di riconoscimento non finanziari.

Proprio su quest’ultimo punto molti esperti del settore assicurano che le migliori ricompense sono quelle che possiedono le seguenti caratteristiche:

1) generano autonomia,

2) favoriscono una migliore percezione del compito svolto,

3) stimolano la persona a un miglioramento costante verso l’eccellenza.

 

La verità però è che non esiste un’univoca scala di efficacia degli incentivi.

Per qualcuno potrebbe essere più efficace un incentivo in termini di ore di riposo, per qualcun altro un extra di 1200 euro in busta paga oppure un viaggio in un posto esotico, per qualcun altro ancora 20 giorni in più di ferie all’anno.

Ogni persona ha la sua graduatoria che, generalmente, si modifica nel corso del tempo.

Ogni azienda dovrebbe conoscere i propri dipendenti per generare i giusti stimoli lavorativi…

E tu, quanto ti senti stimolato sul lavoro?

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Bibliografia

Gian Luca Rosso